“Stamattina c’era questa ragazza nuova da noi, in produzione. Quando l’ho vista ho pensato subito che fosse l’unica donna bellissima nel mondo. È l’assistente della costumista, appena arrivata sapeva già come fare tutto. Così sicura nei movimenti, rapida nelle decisioni, avevo paura a parlarle. Ma poi ci sono andato. Ciao, le ho detto, io sono Michael, benvenuta. Ciao, ha detto, sono Nina. Nina. Un nome perfetto. Mi ha stretto la mano e mi ha sorriso. Ho iniziato a spiegarle come funziona da noi sul set, le ho indicato delle persone, fatto dei nomi, e tutti si giravano verso di noi quando si sentivano nominare e salutavano con la mano, e lei timidamente ricambiava. Mi piaceva che mi vedessero così vicino a lei, anche se non si dovrebbe desiderare l’esclusività e il possesso delle persone. Abbiamo chiacchierato un pochino, mi ha chiesto di toccare il copri microfono, sai quello peloso, si è messa a ridere. Poi ho visto che tutte le ragazze del set cominciavano a ridacchiare e a sistemarsi i capelli. Lo so che non dovrei provare invidia per lui, è un brav’uomo, professionale, colto, intelligente, insomma non ha niente che possa farmi pensar male di lui. Eppure in quel momento ho desiderato che non arrivasse mai alla sua portata.”
“C’era questo ragazzo, che dolce il biondino, mi stava introducendo al nuovo mondo no?, io stavo impazzendo. Meno male, non sapevo più che pesci pigliare. La mia capa mi ha mollata lì e tutti si aspettavano una risposta da me, cazzo. Tutti sti nomi di cose che non conosco, volevo urlare, ma sapevo che dovevo restare calma, sai, perché a momenti sarebbe arrivato lui. Oh mio dio che figo! Ma come minchia ho fatto a beccare sto lavoro oh! Che culo guarda. Ad ogni modo, il dolcino lì che mi parlava, mi snocciolava nomi questo è così quello è colà, io pensavo sì sì va bene ma dov’è Angelo? E sorridevo perché non sapevo che dirgli. A un certo punto gli ho chiesto di toccare il coso peloso del microfono, così giusto per dire qualcosa pure io, cioè: carino lui a farmi da guida non richiesta, lo apprezzo, ma piglia fiato gioia! Aspetta come ha detto che si chiama? Mi pare Mario. E lo sai cosa mi dice a un tratto sto Mario? Che tutte le ragazze che entrano a lavorare lì sul set, proprio tutte eh, lo fanno solo per Angelo, solo per farsi Angelo, “gli fanno la corte” ha detto lui, c’è un ricambio pazzesco perché non se la sanno tenere nelle mutande, e io che credevo di avere un piano geniale, e invece mi devo mettere in fila, mi devo! Mi fa “il povero Angelo deve svincolarsi continuamente, per correttezza”, e io certo certo poverino, e intanto pensavo che sarà più difficile del previsto. Allora sto Michael, ah sì non Mario, il biondino insomma, mi fa: non sarai mica anche tu una di quelle che gli sbavano dietro, vero? E ride. E io no no, figurati, io amo il mio lavoro, la mia unica passione sono i tessuti e un’altra serie di cazzate che non so manco io dove lo ho prese, ma uffa però!”
“Mi sono sentito sollevato quando mi ha detto che non le importava nulla di Angelo e che lei era lì solo per il lavoro. Sarebbe stato un avversario impossibile da prevaricare nei suoi pensieri. Ero contento e mi sono lanciato. Le ho detto che dopo le riprese, quella sera, saremmo andati a bere qualcosa con gli altri ragazzi della troupe e le ho chiesto di venire con noi. E lei ha accettato! Wow, che gioia! Giusto in tempo prima che lui si interponesse tra noi due. Anche lei sembrava contenta dell’invito, le brillavano gli occhi.”
“E poi non ci ho capito più un cazzo! Lui è arrivato, camminava brillando di luce propria, guardava esattamente dove ero io, e veniva verso di me, ero nel panico, non so manco cosa dicevo, mi ricordo che quello mi parlava e io sì, sì, sì a tutto, certo. E in un attimo Angelo era di fronte a me e mi tendeva la mano pelosa e mi diceva Benvenuta a bordo, posso sapere il tuo nome? E io, con una sfacciataggine pazzesca, Sono Nina, piacere signor Alberta, questa è la camicia che dovrebbe indossare per le riprese, cioè io super professionale, ma come cazzo ho fatto? E lui che fa? Prima mi fissa stupito, come se avessi detto “Mi chiamo Edoardo” e poi mi fa “io qui sono Angelo, per tutti, grazie per la camicia, inizi benissimo il tuo percorso. Vado a indossarla, fra poco vieni nel camerino con la giacca che avete scelto insieme ad Anita.” Tutto serio che io non capivo se mi stava facendo un complimento oppure era una frase di rito. Che poi anche in quel caso sticazzi, Angelo mi stava parlando! Quando è già quasi uscito dal set, si volta, con la camicia linda e stirata in una mano, alza l’altro braccio e urla “In bocca al lupo, Nina.” e mi fa un sorriso che io non gli ho mai visto fare in nessuna intervista, né programma tv. Cioè, un sorriso unico solo per me. Mi stavo sciogliendo, ancora sentivo la sua mano nella mia. Sono andata lentamente in bagno e mi sono infilata la mano nelle mutande. Madonna mia, madonna mia!”
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