149. Parlare con Dio

Se potessi parlare con Dio mi scoccerebbe chiedergli qualcosa. Non vorrei dargli questa soddisfazione. Ma se proprio non potessi farne a meno, dando per scontato che lui sarebbe in grado di farmi ottenere ciò che voglio, gli chiederei che ciò che desidero non cambiasse nel tempo. 

Ogni volta che ottengo ciò che voglio, voglio altro. 

La questione è se ci hai fatti tu a questo modo, e quindi sei un sadico meschino, o se siamo noi che ci roviniamo da soli, e allora i sadici siamo noi, e anche un po’ scemi.

Vorrei smettere di giustificare la mia mancanza di disciplina con la mancanza di tempo. Rendi le mie giornate più lunghe, solo le mie, così non avrò più scuse.

Oppure cancellami tutte le velleità dal cuore, così la smetto di inseguire sogni lontani.

Sanami questo cuore, che continua a battere anche se spezzato, ma che dolore a ogni colpo! Oppure elimina tutto l’amore da me, sarà più semplice.

Un’opera incompleta non può essere giudicata. 

Ti chiedo allora, con vergogna, il coraggio di finire.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.