Mi piacciono i culi degli uomini.
Li guardo tutti, qualunque sia la forma, l’altezza, la grandezza.
Rotondi, piatti, vestiti, nascosti dal cappotto, tutti.
I miei preferiti sono quelli stretti nei pantaloni cargo, che ti danno l’illusione della larghezza, e invece, quando l’uomo mette le mani in tasca e se ne va di spalle, il culo diventa protagonista di tutta la figura.
La stoffa si schiaccia sulle chiappe come se volesse strapparsi, raggi partono da quel cerchio magico verso il resto dei pantaloni, costruendo linee di fuga che indirizzano l’occhio proprio al centro di quella opera di carne.
Li guardo di continuo, li studio, cerco di capire come riproporre questa perfezione nelle mie creazioni, insomma le cose che tento di fare.
Ma la bellezza mi attraversa e mi sfugge.
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