Non c’era solo il sole caldo dei Sud del mondo a rapirmi ogni giorno, mezz’ora all’andata e mezz’ora al ritorno sul treno. La Storia, anche se sarebbe più corretto dire le storie, attraversa i personaggi, e non il contrario.
Tu li leggi e ti ci immergi. Ne esci zuppa di sensazioni così vive e prosaiche, ed è talmente facile associarle a fatti realmente accaduti nella tua vita. Anche quando parla di azioni quotidiane, come il sesso animalesco tra due amanti, c’è sempre della tristezza che rende tutto poetico.
Un’amarezza mista a nostalgia, come quella che si respira sentendo il cielo rannuvolarsi.
Una sensazione di ansia e terrore.
Guardare le stelle in un fazzoletto di cielo appena visibile dalla finestra di una prigione.
Aspettare all’angolo di una strada per ore e poi vederlo passare e sentirsi scoppiare.
Un addio.
Ritrovarsi.
Crederci fino in fondo.
Sangue.
C’è la vita.
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