Microracconti per un anno
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288. La scuola pubblica III
Riempiono i corridoi di cartelloni: “Atti di bellismo” “Calzini spaiati, tutti diversi tutti uguali” “Per non dimenticare Anna Frank” e appena dico che sono atea mi devono convincere. «Ma tu in cosa credi?» «Siamo animali evoluti.» Fanno un gesto con la mano, come a scacciare una mosca immaginaria, la mosca del dubbio, sussurrano «Vabbè…» e Continue reading
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287. Una cosa ho capito
Una cosa ho capito: ci è impossibile comprenderci pienamente l’un l’altro, in quanto esseri divisi e diversi. Questa piena comprensione non esiste nel nostro mondo, eppure la rincorriamo per tutta la vita, ci illudiamo di possederla con l’amore (uno strano privilegio che appartiene a molti!) ed è ciò che ci spinge a raccontare. Il corto Continue reading
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286. Una generazione siciliana
Una foto che risale all’infanzia con gente che gioca a carte su tavoli di plastica bianchi, scuriti dai lavaggi continui. E quelle carte che puzzavano di sigaretta, riesci a sentirlo solo guardando la foto. Quell’albero gigantesco. Continue reading
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285. Imparare dai salmoni
I salmoni, quando risalgono i fiumi, saltano. Escono fuori dall’elemento che combattono per dominarlo meglio. Continue reading
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284. E anche questa, signori, è la vita!
La gente lavora un anno intero vivendo in condomini di periferia, ammassati come topi da laboratorio, solo per passare quindici giorni d’agosto in una località balneare fatta di villette in batteria, ma con la veranda. Qui incontra altra gente di altre periferie, nascono amori, amicizie e relazioni commerciali. Un panettiere, mettiamo, incontra il proprietario di Continue reading
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283. E questa, signori miei, è la vita!
La terra feconda dona nutrimento al seme, le molecole si aggregano e formano la pianta, che crea il chicco. Lo raccogliamo e lo trasformiamo in cibo. Mangiamo, mastichiamo e scomponiamo nello stomaco, poi nell’intestino, assimiliamo, ne facciamo energia. Quello che non ci serve lo rimettiamo nel mondo e andrà a nutrire altri esseri viventi, renderà Continue reading
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281. Parlare
A volte, anzi spesso, le persone parlano per dire, non gli importa di essere ascoltate. Non esistono risposte o commenti al loro dire che li faccia sentire compresi, né silenzio che li rassicuri. Continue reading
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280. Molecole
Attese disattese, speranze, cure disattente, cuori naufraghi in un mare di niente. La menzogna al chiaro di luna, l’alba di una nuova rovina. i resti della nostra storia, giovani senza memoria. Promesse disconnesse, preghiere, messianiche parole, né cosa né come né dove. Sguardi ritrovati nel vuoto a cercare un senso. Eccome se ti penso. Finestre Continue reading
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279. Consigli a me stessa
Impara a parlare e pensare con calma, non con il sangue alla testa. Aspetta, e avrai la tua risposta che colpisce nel segno senza colpire te. Non andare nel panico per trovare a tutti i costi una risposta, dì soltanto “Ok”. Non cercare conferme al di fuori di te. Non devi per forza aiutare. Non Continue reading
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278.Tarantella
Tutto il mondo si è illuminato quella volta che mi hai sorriso. Tante le cose che ti vorrei dire ma la parola rimane in sospeso. Cala la notte se mi sei lontano, non c’è speranza di averti vicino. Eppure la rosa resiste, gloriosa, e l’inverno rinforza il giardino. Metti via quella risata che per me Continue reading
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277. Un anno dopo
Trecentosessantacinque “buonanotte” suggellate da un bacio, da quando lui si presentò in stazione carico di valigie, sogni e voglia di fare l’amore. Oggi è lei a scendere dal treno per raggiungere casa. “La vita è bella” pensava nel tragitto fino al portone, “la nostra, almeno, mi pare così.” Continue reading
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276. Addio
Oggi la guerra è in me, oggi il demonio mi parla di te. Il cane abbandonato risuona nelle vallate, mi tocco il petto e ancora: le mani sono bagnate. Il vento sbatte le porte della casa senza padrone. Il mio cuore più non batte perché non ne ha ragione. La pianta senza acqua muore, basta Continue reading
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275. Gli amanti passeggeri
Questi due davanti a me: sicuramente sono amanti. A Castelfranco, lei è salita da una lato del vagone, lui dall’altra. Si è seduta di fronte a me, occhiali da sole scuri. Lui è arrivato qualche secondo dopo e ha occupato il posto accanto. Si sono salutati freddamente. Poi hanno sorriso l’uno all’altra. Si sono sfiorati Continue reading
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274. Malumore all’alba
Il cielo è rosa dietro le case rosse, come in una scenografia riuscita male, per la farsa che è la nostra vita. Continue reading
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273. Cosi ca si
Si a ‘ntrabbunuta, ca quannu guidu mi cunfunni: luci longhi o luci cutti? Comu è gh’è, tu mi futti. Si a capunata. Quantu mi piaci! Fritta o nfurnata, sempri ma calassi. Accussí o accuddí, tu mi scassi. Si bedda e pericolosa comu na curva, comu na rosa. Rimmilla cocca cosa, u cori miu non avi Continue reading
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272. Prima che il treno riparta
La linea del suo viso era bella come una costellazione. Continue reading
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271. Il primo amore geografico
È di lei che parlo a tutti, perché vorrei che la vedessero e la amassero come io la amo, non sono gelosa. Ha milioni di difetti e li conosco tutti. Ma cos’è poi l’amore se non la gioia di sprofondare in un abbraccio spinoso e materno e chiudere gli occhi sussurrando il suo nome: Catania Continue reading
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270. Bella e ci vivrei
Cascate in centro storico, palazzi che vogliono mangiarti, profumi che ricorderai. E poi lei, Via del Campo, strade strette e strette al cuore, gabbiani che ragliano e cielo azzurro. Il porto dall’alto apre gli occhi e i polmoni all’ambizione. Ti viene voglia di diventare qualcuno, con l’aiuto del mare. L’altro è ricchezza, l’accoglienza è normalità. Continue reading
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269. La mia città
Che meraviglia! Che nostalgia! Ah, città mia che mia più non sei e non ti vorrei. Ti ricordo con amore sconfinato, anche se ho sconfinato altrove, nell’altra Italia, quella che “talìa”. È tutto un giro la vita di viti e di vuoti e tu mantieniti forte, stringiti a coorte, così potremo stringerci ancora, alla bisogna. Continue reading
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268. Sentenza
Ognuno è pazzo proporzionalmente al livello dei suoi traumi e delle sue frustrazioni. Continue reading
About Me
Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.
Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.