Sogno una festa

Sono a una festa e devo andare in bagno. Cerco la stanza giusta. Apro una porta: la stanza è grande, in penombra, il sole sta tramontando. Il pavimento è marrone, tagliato obliquamente dalla luce infuocata. A terra c’è una persona magrissima, pelle e ossa, a faccia ingiù, indossa un turbante bianco, per il resto è completamente nuda. Ha la pelle gialla, cadaverica e una siringa piantata nel gomito. Io so che è la sua medicina. Ci sono altre due persone, sdraiate su un letto in fondo alla stanza, sono tutti nudi e malati. Una delle due persone sdraiate la vedo chiaramente: ha un seno enorme, un ventre strabordante, dorme sul fianco, la vedo dritta davanti a me. È totalmente avvolta dalla luce. Quello che le sta dietro non riesco a vederlo, ma lo percepisco. Infine, un altro malato è più vicino a me in prospettiva, quasi sulla soglia, lo vedo a mezzo busto, come se stessi osservando un quadro e lui fosse a portata di cornice, in primo piano. Prima di aprire questa porta, che evidentemente non è il bagno, ho visto un’altra persona nel corridoio, magrissima e col turbante, stare nella posizione del bambino con le braccia lungo il corpo e ho pensato: anche a lui da sollievo, come a me.

Microracconto Bonus 33

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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.