Non sono più arrabbiata con te, mamma.
Lo ero, sempre, per tutta la vita. Volevo che tu ti amassi come ti amai io.
Una vita passata a negare le tue emozioni, tutto bene, non ci sono problemi, ora la risolviamo.
Ci fu un momento in cui, qualche anno dopo la morte di papà, ti forzai in discorsi oscuri e profondi, e tu non fuggisti, smettesti di guardarti nello specchio dei miei occhi cercando la solita immagine confortante, e fosti te, e basta. Reagisti arrabbiata alle mie parole, la voce quasi rotta, nervosa, sincera. Me lo ricordo, quel momento in mezzo alla discussione, e lo trattengo come il più prezioso tra noi, quello in cui io, da sola, ero riuscita a farti essere semplicemente te.
Mi commuovo all’improvviso, in questo ventoso giorno d’estate, quando realizzo quanto ti ho amata, nonostante ti sentissi sbagliata, in che altro modo potevi insegnarmi l’amore incondizionato se non mettendo delle condizioni al tuo? E così il mio cuore si è allenato, il muscolo più muscoloso, a battere e sussultare anche e soprattutto per te, per le tue assoluzioni, i tuoi occhi da interpretare, ed eri tu che dovevi farlo per prima, ma no, va tutto bene, sto a posto, perché? Di nuovo quello sguardo lontano, e tu lo seguivi, te ne andavi là, dove non c’era rischio di essere scoperta. E io ti inseguivo, tutta nuda ti voglio! Fammi bere la tua essenza, ma tu eri già tornata senza di te.
Amare lo stesso, amare comunque, amare nonostante, amare e basta, amare e bastarsi. Hai rimandato per tutta la vita il momento giusto per reincontrarti, abbracciarti e dirti: sì, vai bene così, finché il tempo è finito, per te. Ora resto io con questo desiderio immaturato, compreso solo ora, che tu ti amassi come allora, come quando, arrabbiata, mi parlasti arrabbiata, trasparente.
Niente mi scombussola più di veder ripetere l’errore della negazione, in me, in chi amo, anche negli sconosciuti. Non fate come lei, ve ne prego, per voi! Amatevi, ascoltatevi, piangete, strappatevi i capelli, non vi negate. Il tempo finirà, mancherà l’occasione.
Voglio salvare tutto il mondo, mamma, ora che ho imparato a pedalare per le strade del mio cuore.
Guardami, so andare veloce, adesso, senza mani, senza mamma.
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