357. NPG

L’estate scorsa sono stata lontana da casa per assistere mia madre, un paio di settimane circa. Quando sono tornata, Skyler non era lì ad aspettarmi. Ho chiesto informazioni a Salvo ma anche lui non ne sapeva nulla. Nel giro di qualche giorno mia madre è morta. Sono stata lontana da casa ancora, e, ancora, rientrando, Skyler non si faceva vedere.

Dopo un mese circa, mentre io tornavo lentamente alla realtà della mia vita, eccola riapparire: camminava lentamente, si muoveva a scatti, come se fosse stata sostituita da una copia robot, e poi non parlava più. O meglio, quando apriva la bocca per miagolare, non usciva alcun suono. 

Non ho nemmeno provato a prenderla per farla visitare, non si fanno avvicinare, ormai l’ho capito. All’inizio pensavo che fosse diventata cieca, perché quando la chiamavo dal balcone si guardava intorno senza capire, mentre in passato era la più veloce a mostrarsi fissandomi dritta negli occhi e rivolgendomi un miao lungo e affamato. Le davo il cibo e le passavo la mano davanti agli occhi, ma lei reagiva a scoppio ritardato. Non produceva suoni, benché ci provasse, e vederla sforzarsi mi lacerava il cuore. 

Così abbiamo aumentato l’apporto di carne per lei, del resto il cibo vero è il suo preferito, mentre Jesse è particolarmente entusiasta per quello industriale, come le crocchette e i salamini. Skyler ama la pelle, di pollo o di pesce, è sempre la prima cosa che addenta nella ciotola, a volte si allontana perché la vuole tutta per sé. Jesse la lascia andare, anzi spesso aspetta che sia l’altra a iniziare a mangiare, perdendo tempo a guardarsi intorno (forse un residuo dell’antica paura) e fissandoci negli occhi, non so se per ringraziarci o giudicarci, impossibile scoprirlo.

“Eddai, prendiamoci il pollo, così se resta lo diamo a Skyler.” Questa è la situazione a cui siamo arrivati. Devo dire però che ha funzionato, pian piano Skyler ha ripreso energia, ogni tanto le viene fuori un bel miao squillante, come una volta, anche se i suoi movimenti sono rimasti rallentati e ritardati rispetto allo stimolo. Anzi, mi diverto a riprenderla perchè mi sembra uno di quegli animali dei videogiochi che fanno gli stessi movimenti all’infinito, è diventata un NPG: Non Playing Gatto!

A volte mi preoccupo per lei, chissà se riesce a difendersi dai pericoli, la notte, quando la loro vitalità raggiunge l’apice. Eppure tutte le mattine è sotto al mio balcone, oppure sdraiata in mezzo alla strada, mentre Jesse dorme spaparanzata sul vaso con la terra che una volta ospitava delle piante (avevo messo dei cactus e degli stecchini lunghi per tenerle lontane, ma il tutto è diventato il loro materasso. Avevo anche messo un bel secchio grande con dei vecchi maglioni che loro hanno snobbato, preferiscono la strada e la terra come delle vere dure!).

È tornata l’estate, il tempo è passato, guardo Skyler e penso che, anche se non è quella di una volta, sono contenta che sia ancora qui. Del resto, neanche io sono più quella di una volta.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.