“Senta prof, oggi che siamo in questa atmosfera gioviale prefestiva, – vedo che non disdegna lo spumantino – le posso chiedere una cosa?”
“Milena dammi del tu, per favore!”
“Ah. Va bene. Allora, Pietro, dimmi: ti ho fatto qualcosa? Ce l’hai con me, Pietro?”
“Cosa? No, no, no, no che? No, no, no, no.”
“Hai riempito la stanza di No.”
“No, no, no, cosa dici? Perchè me lo chiedi?”
“Beh, all’inizio dell’anno mi sono sentita, diciamo, bene accolta da te, ma poi hai smesso di parlarmi. Mi salutavi a malapena, ero invisibile per te. Se ho sbagliato in qualcosa io ti chiedo scusa. Non te l’ho detto subito e poi è diventato strano pensare di parlartene, e s’è fatto Natale, insomma…”
“Che?!? No, no, no, no, no, no, no!”
“ E questa è l’unica cosa che ho capito!”
“Milena… Tu mi devi perdonare. Ti chiedo scusa. “
“Ah non sono più io che mi scuso? Ok. Però, continuo a non capire”
“Ecco… io ero… come dire? Turbato da te, ecco. Sono sposato, mi dovevo proteggere.”
“…”
“…”
“Gradisco l’apprezzamento.”
“No! Ecco: vedi? Per questo mi sono allontanato come un ragazzino! Lo sapevo che finiva così!”
“Ehi, così come? Ho detto che gradisco, non che accetto. Il gradire non implica l’accettazione! Ma no, certo che la implica. Che cavolo! Comunque io dico di no!”
“Sì! Cioè no, anche io dico di no.”
“Un no grande quanto tutto l’edificio!” disse lei avvicinandosi di un passo.
“No, no, no, no, no.” ripeteva lui scuotendo la testa senza mai staccare i suoi occhi da quelli di lei.
“Allora è deciso”
“No.” Un altro passo.
“No.”
La massa delle negazioni accumulate in mesi di sorrisi negati, battute ricacciate in gola, sguardi ritirati e maledizioni sussurrate nei corridoi, immersa in un fluido abbondante di “no”, provocò un’esplosione silente proprio lì, nel laboratorio di chimica, tra i due corpi che, avvicinatisi, entrarono in contatto dalle labbra. Il calore generato dalla reazione si riversò all’esterno, traboccando in ampi movimenti nervosi e sgraziati, intorno ai loro vestiti.
Tuttavia, progressivamente, l’energia dei “no” si affievolì, divenne debole, rarefatta, inutilizzabile. La certezza della negazione, che animava i corpi l’uno verso l’altro, fu spazzata via da una nuova, implacabile forza interrogativa. I “No”, che avevano occupato ogni angolo dello spazio disponibile, dovettero lasciare il posto alla domanda più spaventosa di sempre: “E adesso?”
350. La forza dei “no
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About Me
Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.
Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.
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