345. Le storie perse

Al mercatino dei coltivatori diretti di Caltagirone c’ è un vecchietto che assomiglia moltissimo a papà. È una somiglianza solo fisica: gli occhi cerulei, la pelle abbronzata e dura, i riccioli sulla fronte, la forma della testa che se la guardi sembra quadrata ma poi è tonda. L’associazione che il mio cuore fa si interrompe appena interagisco con questo signore. 

Gli occhiali da vista, i modi incerti e remissivi, la confusione nel dare il resto, non avevano nulla di mio padre, niente di quella sua sicumera bulla che ancora mi brucia a pensarci. Credo non sia mai stato docile e arrendevole, mio padre, nemmeno da bambino. Ma questa è una storia che non posso conoscere più, come tutte le altre che si sono perse nel vento della costa siracusana.

Mi rattrista ma poi dico Basta.

Non voglio più identificarmi con le cose brutte che sono accadute, non voglio più essere “quella che” o “quella a cui”. 

Voglio vivere la vita come un’avventura quotidiana, senza pregiudizi nei confronti degli eventi, lasciando ampi spazi di vuoto e di libertà in cui la creatività può pascolare per tutto il tempo che vuole. Solo così mi è concesso notare e annotare le storie che mi girano intorno, sono loro che vengono da me. Niente più nostalgia per quello che non so e non posso più conoscere. Come diceva il grande Zuckerman di Philip Roth, io sono uno scrittore, quello che non so lo invento.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.