Il signor G non sa come andare avanti. Passa la notte affacciato alla finestra a osservare le stelle in un cielo senza luna.
Quante stelle, troppe. Tante quanti sono i suoi pensieri.
Non riuscirà a contarle, né a scoprire se, come suppone da un po’, si tratta di altri corpi celesti.
“Se solo ci fosse un modo per vedere fin lassù.”
Così pensa mentre la sua compagna, nel letto, si gira e tasta il letto vuoto.
“Leggi il tuo futuro tra le stelle?”
Il signor G accenna un sorriso nel buio.
“Torna a letto, professore…” miagola lei tendendogli la mano.
Il signor G obbedisce ma non riesce ad addormentarsi. Continua a rimuginare, rigirandosi a ogni sbuffo.
“Domattina vieni con me al mercato, faremo una lunga passeggiata sotto gli alberi.” gli dice dolcemente lei già quasi nel sonno. Il signor G sospira, indovina il suo volto nel buio e le lascia un bacio sulla fronte.
La mattina successiva, ancora stordito dalla notte insonne, si prepara per accompagnarla a fare compere. Il viale alberato che percorrono fino alla piazza principale è immerso nella luce forte del mattino inoltrato. Il signor G sbuffa ogni volta che la sua compagna si ferma a raccogliere un fiore, lei ama decorare la loro tavola con mazzetti multicolore che le richiedono una lenta e puntigliosa ricerca. Dopo un po’, rapito dal sorriso e dalla leggerezza di lei, riesce a dimenticare i suoi affari e a lasciarsi andare.
“Come fai?” le chiede all’improvviso. Lei lo guarda con gli occhi spalancati.
“A far che?”
“A essere così… così… concentrata e libera!”
Lei accenna un sorriso che si trasforma subito in una risata.
“Mmm… penso a quello che sto facendo, lasciando stare tutto il resto. È così semplice!”
“Non lo è per me…”
“Sì, invece.” insiste lei, e gli mette le mani intorno agli occhi “Fa’ un respiro profondo. Lascia che il tuo sguardo veda meno, per arrivare più lontano.” Il signor G sorride a questo paradosso, la prende per la vita e, arrossendo, la bacia.
Sulla strada del ritorno, lei è avanti di tre passi, tiene tra le mani diversi fiori ma ancora si guarda intorno. Lui la osserva, le sue parole gli ritornano nella testa.
“Veder meno per arrivare più lontano…” Ha un’idea.
Focalizzare.
Restringere il campo.
Concentrare l’attenzione su un solo punto.
Sa già come fare.
La sera, quando lei sarà stanca e mezza addormentata sulla sedia, la porterà in camera e la accompagnerà nel sonno. Poi si chiuderà nel suo laboratorio e inizierà a lavorare sul suo progetto, un unico, piccolo progetto rivoluzionario. Uno strumento creato dall’uomo che svelerà l’universo. Ma solo dopo che si sarà addormentata, fino a quel momento esisterà solo lei.
Racconto scritto per Shining Bees.
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