290. Un sabato paesano

Mentre cammino verso l’ufficio postale, attraversando la piccola piazza in discesa circondata da alberi di arance, sbircio oltre la vetrata dell’edificio per scoprire quanta gente è già in attesa per il proprio turno: nessuno. “Bene” penso. Mi sono alzata tardi con intenzione, la sera precedente mi sono addormentata sul divano per circa tre ore e la mia gamba sinistra ancora ne soffre. Voglio fare in fretta e tornare a casa a massaggiarmi la coscia.
Quello che vedo entrando nel piccolo edificio giallo e blu mi sorprende. Nessuno occupa i sedili arancioni accanto alla vetrata, ma il resto della stanza è pieno.
Una signora in piedi allo sportello si sente rispondere più volte di seguito che non si riesce a risolvere il suo problema. L’impiegata è  al telefono con qualcuno più tecnico che le spieghi come interagire con il programma di gestione. La signora, anziana, sempre in piedi.
Noto che ha delle belle scarpette marroni, stile classico anni cinquanta, il mio preferito.
Capisco che l’attesa sarà lunga così apro una raccolta di Lydia Davis che tengo sempre nel telefono e inizio a leggere i suoi microracconti.
Senza che me accorga, passa un’ora. La signora anziana ancora in piedi e i miei occhi stanchi.

Così abbandono la lettura e mi metto a osservare le persone. Scopro che la gente paga le bollette e fa i bonifici allo sportello, anche se potrebbe farlo dal divano o mentre sta cucinando. Invece sceglie di uscire di casa e rinfoltire la fila alle poste. Molti sono vecchietti e vecchiette, ma c’è anche qualche quarantenne pigro che non stacca gli occhi dal telefono per tutto il tempo in cui è allo sportello. Percepisco il fastidio dell’impiegata, ci guardiamo, le indico con gli occhi il maleducato, per intendere “Vedo il tuo disagio”, lei alza gli occhi al cielo e sorride sconsolata.
Quando arriva il mio turno, la saluto chiamandola per nome.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.