Mi sembra sempre che debba tornare, prima o poi, dal luogo in cui è andato.
Ma poi mi rendo conto che non è così, lui non esiste più e non tornerà, e mi si crea un vuoto dentro il petto che mi blocca il respiro, e mi ricordo che il mio cuore è spezzato irrimediabilmente, e il vuoto si allarga fino ad avvolgermi tutta, mi viene la pelle d’oca sulle braccia, mi stringo per il freddo, cado nel nero, non vedo più niente e la paura mi assale.
Allora esplodo in un pianto che invece di liberarmi mi fa sprofondare ancora più nel nero, mi crolla il terreno sotto i piedi e io cado, cado all’infinito, senza speranza, mi aggrappo a Salvo ma non lo vedo. E tutto questo dura un secondo, il tempo che serve a tendere una mano nel nulla. E mi sento di nuovo persa, come se lui fosse appena andato via, come se non avessi avuto il tempo di abituarmi all’idea. È passato più di un anno. E lui non si è mai più fatto sentire, dopo avermi attraversata mentre lasciava questo mondo, quel sabato.
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