197. Cliché sul lutto

Mi sembra sempre che debba tornare, prima o poi, dal luogo in cui è andato.

Ma poi mi rendo conto che non è così, lui non esiste più e non tornerà, e mi si crea un vuoto dentro il petto che mi blocca il respiro, e mi ricordo che il mio cuore è spezzato irrimediabilmente, e il vuoto si allarga fino ad avvolgermi tutta, mi viene la pelle d’oca sulle braccia, mi stringo per il freddo, cado nel nero, non vedo più niente e la paura mi assale.

Allora esplodo in un pianto che invece di liberarmi mi fa sprofondare ancora più nel nero, mi crolla il terreno sotto i piedi e io cado, cado all’infinito, senza speranza, mi aggrappo a Salvo ma non lo vedo. E tutto questo dura un secondo, il tempo che serve a tendere una mano nel nulla. E mi sento di nuovo persa, come se lui fosse appena andato via, come se non avessi avuto il tempo di abituarmi all’idea. È passato più di un anno. E lui non si è mai più fatto sentire, dopo avermi attraversata mentre lasciava questo mondo, quel sabato. 



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.