192. Cosa muove il mondo?

Piango spesso. Un po’ è liberatorio, un po’ fa male. 

Sento di nuovo il dolore che si apre nel mio petto, si espande fino a occuparlo totalmente. 

E io sono inerme. 

In realtà non lo so se sto meglio dopo. 

Quando smetto di piangere so solo che non è stata l’ultima volta, e mi sembra inutile farlo.

Se potessi tratterrei tutto il dolore e le lacrime fino a raccogliere tutto il dolore e tutte le lacrime che mi toccano nella vita, e lo proverei, le piangerei in una volta sola. 

Come quando raccogli il bucato dallo stendino e lo appoggi da qualche parte, poi dopo penserai a metterlo a posto. 

Serve un posto in cui appoggiare il dolore. 

Forse è così che si diventa alcolisti, tossici, politici. 

Forse non c’è spazio dentro di noi per il dolore, è una cosa che la natura ci ha dato per costringerci a tirarla fuori ed entrare in contatto con gli altri.

Forse non è l’amore che muove il mondo, è il dolore. 

È a questo che serve, a evolverci.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.