185. Quaranta parole

L’ultimo sopravvissuto al bombardamento, incastrato tra le macerie, chiedeva aiuto, ma era l’unico a sentire la sua voce, perché era l’ultimo sopravvissuto. Non ottenne risposta e comprese che la verità è una cosa ovvia, che le cose ovvie sono terribili e che lo è anche la verità.

La cosa ovvia era che, incastrato tra le macerie, era l’unico a sentire la sua voce.

Chiedeva aiuto, una cosa ovvia. 

Non ottenne risposta, comprese che era anche una cosa ovvia.

Le cose ovvie sono terribili.

Non era cosa ovvia, ma era sopravvissuto.

Sopravvissuto a cose terribili. 

Era sopravvissuto ma era l’ultimo.

Era anche l’ultimo a sentire la sua voce.

Chiedeva perché, non aiuto. Ottenne la verità: cose ovvie e terribili tra le macerie.

Incastrato tra la sua voce e la verità.

Era l’ultimo a sentire, tra le macerie, cose terribili, ovvie.

La sua voce chiedeva verità.

La sua voce ottenne risposta.

Era l’ultimo sopravvissuto al bombardamento , ma non era l’unico.

Cose terribili.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.