“C’è lei! Da sola, finalmente. Oggi le parlo. È la mia occasione.
E che le dico? Non deve capire che la osservo da tanto, non voglio sembrare uno stalker. Deve essere qualcosa di banale ma interessante, per rompere il ghiaccio.
Le faccio un complimento.
No, no, è da viscidi.
Un commento sul freddo?
È da anziani, no.
Mi presento e basta, che ci vuole? Le dico il mio nome, lei mi dice il suo, mi sorride e si innamora di me.
Sì certo, come no?
Le chiedo se l’autobus è passato. Sì, ok. Ma quale? Il 14, è quello che prende sempre.
No, no, idiota! Non scoprire le tue carte. E poi sono arrivato un secolo fa, capirebbe subito che è una scusa.
Ora tossisco, anzi no, le chiedo se ha un fazzolettino.
Che sfigato che sono, un fazzolettino! Come alle elementari!
Forse potrei chiederle cosa sta leggendo.
Sembra concentrata, magari la disturbo.
Però penserebbe che anche io sono un lettore, avremmo qualcosa in comune.
Sì dai, ora glielo chiedo.
Ecco.
Sì.
Tre, due, uno…”
«Oddio, è passato il 14? Mi sono completamente persa in questo libro!»
«Sì, no. Non lo so.»
“Idiota! idiota! idiota!”
«Ok, scusami se ti ho disturbato…»
“Non mi disturbi, anzi. Posso baciarti?”
«Scuse accettate.»
“Ma che cazzo dicooo!? Voglio scomparire! Ora mi alzo e me ne vado. Non passerò mai più da questa fermata. Non prenderò mai più l’autobus in vita mia! Sotterratemi qui!”
«Fa proprio freddo oggi. Io sono Clara. Tu come ti chiami?»
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