Certo non se ne sentono molte da quando le hanno vietate, le lamentele dico. Non si pensava che il decreto avrebbe funzionato, eppure ogni volta che ne scappa una, subito quella bocca viene tappata. Anche se stai a casa tua, tranquillo, beh magari non così tranquillo se ti stai lamentando, in qualche modo loro riescono a saperlo, ti ascoltano, e poi vengono a prenderti.
Non sto dicendo che sia sbagliato, ciascuno ha avuto il diritto di dire la sua, anche se in pochi l’hanno fatto, ma è così che funziona la democrazia ormai.
Io ero d’accordo, non le sopportavo più le chiacchiere vuote e insignificanti dei colleghi, e quello non mi rispetta, e quella è una lecchina, finito. Si sta molto meglio ora in ufficio.
Però… nessun però, sto bene, non ho nulla da obiettare a niente.
Anche se… ecco, non si sa che fine facciano quelle persone, vorrei solo che stessero bene. In fondo, a volte, uno sfogo così, alla macchinetta del caffè, ti aiutava ad affrontare la giornata, quello che non digerivi lo buttavi fuori e lo stomaco si calmava, come quando bevi troppo vino. Non era tanto grave. Sul momento, sì, ho desiderato che la smettessero, però, forse, ecco, ci siamo fatti prendere la mano.
Certo che siete stati furbi. Come lo ostacoli il divieto di dissenso senza dissentire?
Da qualsiasi punto la guardi, la questione è spinosa. Non c’è salvezza. O fai tua la loro linea di pensiero o sei automaticamente dall’altra parte. Una parte che si sa come inizia ma non dove finisce. Allora sapete che vi dico? Vaffanculo! Basta! Questo sistema è sbagliato! Non è vietando la lamentela che si eliminano le incomprensioni, ma aprendosi agli altri, ascoltandoli, e io mi pento di non averlo fatto prima e spero che nel posto in cui mi porterete avrò una seconda occasione per pacificare me stesso, riunirmi agli altri e sparare a zero su tutto.
E ora venite pure a prendermi, stronzi!
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