Si tratta di una parabola a due facce.
Oscar Francois si è sentita tutta la vita non voluta, tollerata solo perché nata donna.
Vive metà della sua vita cercando di ottenere l’approvazione paterna e tentando di realizzarne i desideri, dimenticandosi così di se stessa.
Soffre moltissimo prima di rendersi conto che deve rispettarsi e seguire solo il suo cuore.
Quando ciò avviene, ecco l’altra faccia della parabola: Oscar abbandona la guardia reale, (sebbene nobile di nascita non sente più di appartenere a quel mondo in decadenza) e va a guidare la guardia popolare.
Cosa accade quando Oscar disobbedisce al suo superiore e lascia entrare il Terzo Stato nella Sala della Pallacorda DALLA PORTA PRINCIPALE? Suo padre deve ucciderla, per difendere l’orgoglio della famiglia. (Da notare qui la metafora della penetrazione).
Il pugnale è già sguainato, nella bella e buia villa dei de Jarjayes, ma arriva il perdono della Regina (un’altra donna) che così salva Oscar.
Il padre si dice contento (di non doverla uccidere? Che uomo!)
Oscar torna subito al popolo. È rientrata nel suo vecchio mondo solo per un istante e ha rischiato di morirne. L’unica cosa che può fare, ora, è rimanere fedele a se stessa, a ciò che vuole, a ciò che è, mentre intorno è la rivoluzione.
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