118. Il bar Parigi

Ho dato il mio addio silenzioso al bar Parigi. Sono entrata e ho preso il mio ultimo caffè mattutino.

Adoro questo posto. Il caffè fa schifo ma i tipi del bar sono fantastici. Hanno un accento bolognese fortissimo, la signora alla cassa quando parla urla e fa battute a sfondo sessuale. I clienti da tutta Italia stanno lì a commentare gli eventi della giornata leggendo tutti lo stesso giornale fatto dalle loro strampalate imprese personali. Nel lavandino trovi già alle 8 le pirofile unte di grasso e olio della parmigiana in vendita. Ma il top è la vecchia madre: mentre farcisce di salumi i cornetti salati strappa e infila in bocca lenzuolini di prosciutto senza mai staccare gli occhi dal suo piano di lavoro e dando le spalle alla figlia. Se non ti vedo non mi vedi.

Adoro quel posto, se potessi lo porterei con me.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.