117. Come bloccare una boomer. Mini guida per introverse

Lo scopo di questa mini guida è fornire esempi di comportamento da seguire che siano utili a evitare interazioni sociali non gradite. Prima di passare al caso studio specifico, occorre definire, a grandi linee, ciò che contraddistingue la boomer stronza da una normale boomer o da una persona adulta e consapevole.

È l’invidia della giovinezza.

Forse è una cosa normale, a un certo punto della vita, desiderare di essere ancora giovane, magari è un sentimento diffuso in tutta una fascia d’età che va dai 50 in su, o inizia anche prima, non ci sono arrivata ancora, non lo so. Penso sarà naturale anche per noi rimanere ancorati a un tempo in cui eravamo nel pieno della nostra energia vitale e spaccavamo i culi in qualsiasi campo, diciamo tra i 20 e i 40 anni, generalizzando.

Magari fra qualche decennio noi saremo i millennials (stronzi) che saranno presi in giro dai giovani intorno, perché diremo cose tipo Ai miei tempi una persona per bene comprava l’auto elettrica, non usava il teletrasporto, così promiscuo!, cose così, non so, sto inventando il futuro.

I boomer, bambini durante la guerra e genitori di altri boomer già negli anni 60, rimangono legati a momenti diversi degli anni ‘70 e ‘80. Io chiamo boomer analogici i genitori e boomer digitali i figli. (Figli, tra l’altro, che si lamentano dei loro genitori boomer senza rendersi conto di essere LA STESSA IDENTICA COSA SOLO CON LO SMARTPHONE, ma non entriamo in questo sentiero senza uscita.)

La differenza tra un boomer (stronzo) e un normale adulto boomer è la reazione che esso ha nei confronti di questo sentimento di nostalgia. C’è chi lo esplora, lo accetta, lo condivide. E c’è chi rosica. Questi ultimi, i boomer stronzi (da qui in avanti boomer) hanno solo due modalità: mi lamento e mi vanto.

LA PSICOLOGA DA BAR: “La loro mente vive ancora in un tempo in cui tutto andava esposto, dimostrato, esibito. In un mondo dove solo l’approvazione esterna dava senso al loro io interiore. I boomer analogici, figli dei tempi, lo facevano per distaccarsi dal dolore e dalla miseria vissute nell’infanzia. La possibilità c’era e loro l’hanno colta. I boomer digitali, invece, sono tali perché cresciuti da altri boomer, che hanno trasmesso loro valori viziati dalle terribili esperienze precedenti. In questo passaggio, infatti, ci sono altre informazioni che il genitore ha passato al figlio, involontariamente ma con molta efficacia. Si tratta del risentimento verso le proprie generazioni figlie, immuni alle devastazioni dell’animo ancora vive nel ricordo dei genitori.

Come a dire Eccoti la pappa pronta, coglione.

È solo un esempio.

Questo astio verso tutto ciò che è innovativo e confortevole è finito dritto dritto nella personalità dei boomer digitali. Ci si chiede quindi se questi ultimi non stiano passando altrettante abitudini di pensiero ai propri figli, oggi in piena gioventù. È possibile che la terza generazione di boomer, i millennials e la generazione Z, sviluppino degli anticorpi mentali grazie al sovraccarico di informazioni che caratterizza il tempo in cui vivono. Questa abbondanza potrebbe paradossalmente aiutarli ad avere punti di riferimento altri, più elastici, che li porterebbero a seguire nuovi percorsi di ragionamento e a essere culturalmente disgiunti dai propri congiunti.”

Ma torniamo all’argomento centrale, e cioè alle tecniche utili a bloccare sul nascere il monologo di una boomer. Dicevamo delle due uniche modalità disponibili nella boomer media, vale a dire la pianta del lamento, ricca di sempre nuovi germogli, e lo show delle sue qualità, spesso scambiate con le quantità.

Quando una boomer inizia a lagnarsi di qualcosa, puoi sentire il pippone arrivare da lontano, con un Mah! che apre le danze, un movimento rotativo della mano, come a mescolare un’impasto immaginario in verticale, che dice Semu a mari. Da lì parte la noiosissima auto proclamazione a martire delle circostanze. Per bloccare subito questo fiume in piena basta dire, dopo la prima frase del lamento, le seguenti parole: Questa è, non ci possiamo fare niente.

Questa semplice frase dall’approccio meditativo e rassegnato, che racchiude in sé secoli di esplorazioni filosofiche dell’essere, non lascia spazio più a niente. Non fate l’errore di dire cose come Eh infatti, oppure Ma che scherzi? Ragione c’hai! Vi andate a impelagare in una situazione viscida e sfuggente perché la boomer si sentirà legittimata nella sua lagna ed è proprio ciò che desidera, avere la totale e incontrastata attenzione di un interlocutore che la approvi. Non approvate! Riconoscete e respingete, ripetendo Questa è, non ci possiamo fare niente.

Passiamo ora alla modalità io so’ io e voi nun siete un cazzo, il momento pavone maschio, la vanteria becera e malsana. Di solito è la stessa boomer che tira fuori un argomento su cui è ferrata (o crede di esserlo) e che le permetterà di fare “lo show”, interrompendo conversazioni che riguardano tutt’altro, infilandosi nel mezzo di un discorso così, all’improvviso, come quello davanti a te in autostrada che, appena metti la freccia, si sposta nella corsia di sorpasso e tu pensi Ma che cazzo fa? È scemo? Allo stesso modo, quando vieni interrotta dalla boomer, sei costretta ad ascoltare, e poi vuoi anche capire cosa c’era di così urgente da dover zittire tutti gli altri immediatamente. È il momento auto-sviolinata. Io sono questo, io possiedo quello. Quell’altro? Pure mio! So fare tutto, tutti mi vogliono, sono speciale, e voi siete niente.

Quando la boomer parte per l’autostrada dell’autocompiacimento, si può bloccare il tutto prima ancora che si sia allacciata la cintura, usando la sua stessa arma contro di lei.

Parlate di voi, interrompetela con un Anch’iiiio! Anzi io… e aggiungete dettagli aumentando il volume della voce e lasciando crescere l’entusiasmo. Inventate, se necessario, e rispondete Pure iiiiiooo a ogni suo tentativo di riportare il discorso su di lei. Non datele tregua, incalzatela fino a che non abbandona la conversazione. Non c’è merito nelle qualità condivise, secondo la boomer.

Quindi, un approccio che con la modalità lamentela porterebbe a un’escalation di autocommiserazione e martirio, qui ha la funzione opposta di togliere tutto il divertimento alla boomer, arrestandola.

CONCLUSIONI: Il vostro talento deve essere quello di saper individuare quale delle due modalità è stata attivata dalla boomer, e rispondere di conseguenza.

Spero che questa mini guida possa esservi utile nelle occasioni di socialità forzata in cui vi troverete, vostro malgrado. Se avete altri casi studio da sottoporre, scrivetelo nei commenti.



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About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.