Appoi.
C’ha fari?
Lassa perdiri.
Le tre parole d’ordine.
La santa triade inattaccabile.
Tuo padre si ammala, te lo nasconde perché appoi te lo dico.
Quella prende l’aereo e scende, spende soldi, C’ha fari?
Lassa perdiri.
Un giorno ti esplode nell’orecchio tutta la sua paura di morire.
Non sei mai abbastanza grande per sentire la voce di tuo padre strozzata dal pianto, l’incapacità di proseguire e l’esigenza di dire, non appoi, ora, ora!, ciò che non può più essere taciuto.
Lo vedi, l’ombra del leone che era, ti parla, è davanti a te, si muove, è vivo, ma tu riesci solo a misurare lo spazio tra i suoi denti che sembra infinito.
Che fine hanno fatto le sue gengive?
Il prezzo pagato dal suo corpo per le medicine.
Nei tuoi pochi giorni di ferie ogni tanto lo vedi incazzarsi per nulla, tornare quello di sempre.
Altre volte riesce a dimenticare e ride pure.
La maggior parte del tempo nei suoi occhi c’è solo un enorme dispiacere.
Era un sabato.
Hai dimenticato di portare il telefono in camera. Hai staccato la sveglia.
Appoi.
Ti alzi tardi, riuscendo a non pensare subito alla realtà della tua vita.
Tre chiamate perse.
La realtà della tua vita inizia in quell’istante e non sarà mai più come eri abituata tu.
C’ha fari?
Non hai voluto toccarlo, pensavi che in futuro avresti ricordato solo il freddo della sua pelle. Ma per l’odore aspro e dolciastro di fiori in decomposizione non puoi fare nulla.
Tuo padre non è più quello lì.
Tuo padre non è più.
E ora?
Che fare?
Lascialo andare.
Lascia un commento