Quando ero piccola prendevo sempre il gelato con la stracciatella e un altro gusto che mi piaceva così così. Davo due, tre leccate al gusto scarso e una leccata di goduria alla stracciatella.
In questo modo il gusto peggiore sarebbe finito prima e mi sarei potuta godere un gelato tutto fatto del mio sapore preferito.
La goduria, però, necessitava dei momenti di attesa e rimando, per potersi concretizzare con quella forza. La negazione della stracciatella rendeva ogni leccata della stracciatella un orgasmo dei sensi.
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