A mille anni da oggi, nell’aldilà, si organizzò una cena per i nati il 4 ottobre.
La sala era addobbata con tavoli bizzarri e improbabili, di alcuni non si vedeva la fine, altri erano a due piani, c’erano tavoli con posti numerati e poi c’era un unico banchetto quadrato sistemato lontano, in ombra. Le tovaglie porpora e oro davano alla stanza un’aria regale, i lampadari erano così riccamente decorati da sfidare in bellezza gli affreschi del soffitto.
Francesca entrò col naso all’insù e andò a sbattere contro un uomo in livrea.
“Desidera?” si sentì chiedere dopo un educato colpetto di tosse.
“Mi scusi… ehm… mi hanno detto di venire qui per la festa di compleanno collettiva…”
“Attenda, per favore.” Il maggiordomo si avvicinò al podio e iniziò a sfogliare un album che sembrava un’enciclopedia condensata in un solo libro.
Nel frattempo, alcune figure diafane attraversarono lo spazio tra lei e l’uomo. Indossavano abiti che Francesca aveva visto solo nei quadri rinascimentali, quando era in vita, o al Carnevale di Venezia.
L’uomo in livrea si inchinò e indicò loro il tavolo lungo e infinito.
“Chi sono?” domandò Francesca timida. Il maggiordomo la guardò appena.
“Anna d’Asburgo, Federico di Sassonia, Alberto di Prussia.” disse continuando a scorrere il dito tra i grandi fogli del suo libro.
“E quelli? Sono chi penso io?” chiese ancora mentre un gruppetto in abito da cerimonia le passava davanti salutandola con un cenno della mano.
“Buonasera Mr Keaton, Mr Heston, Mrs Sarandon, Miss Johnson” li accolse il maggiordomo. Per loro era disposto un tavolo rotondo, pochi posti, molto esclusivi.
“Chi altro verrà?” continuò Francesca entusiasta.
“Beh, aspettiamo Francesco Crispi, Luis Sepùlveda e una serie di calciatori, per lo più polacchi e macedoni. È stata una data prolifica per gli sportivi da quelle parti.”
“Io vorrei sedere al tavolo degli scrittori, se possibile.”
“Per lei c’è questo tavolo singolo.” disse indicando il piccolo banchetto quadrato in ombra.
“Perché non c’è nessuno come me?” si esaltò lei.
“Beh… se preferisce vederla così…”
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