60. Il Twitter dei lavori

Faccio un lavoro intuitivo e senza pretese, come un social in cui chiunque può decidere di salire a bordo, di solito come ultima spiaggia, quando altre carriere sono state scartate o sono in down.

Le persone in cui ti imbatti sono solo in cerca di nemici.

Non sanno tenere conversazioni civili, solo monologhi. Pontificano sulle loro fortune, le loro tristezze, i figli che li fanno disperare, il lavoro che è monotono, quello che hanno mangiato la sera prima, il viaggio che hanno fatto qua, la vita che faranno là, SENZA CHE TU ABBIA CHIESTO MINCHIE.

Parlano per frasi fatte, i lunedì, e quanto dura questa giornata, e ormai dopo il covid, eh la guerra, insomma, di base si lamentano costantemente. A loro non serve nemmeno che li ascolti, basta che non parli tu.

Poi ci sono i momenti in cui LORO devono dire A TE come devi fare il TUO lavoro, perché loro sono ‘stocazzo e tu sei ‘na merda.

Se qualche volta viene fuori qualche tuo talento – difficile ma può capitare che emerga una tua specificità invidiabile – subito corrono ai ripari, come se un tuo pregio fosse un loro difetto, e criticano, sulla base del nulla, la tua qualità. Solo perché per un istante non si è parlato di loro.

Il passaggio delle informazioni è un processo fallato perché ognuno ci aggiunge del suo o, peggio, svela solo una parte dei contenuti, affronta un unico aspetto dell’argomento, in base alla convenienza.

Non esistono amici o colleghi, solo alleati più o meno leali di cui tu stessa ti circondi secondo il tuo bisogno. A un certo punto devi trovare un modo per sopravvivere.

E poi commenti, messaggi privati scambiati con gli occhi, alle spalle del deriso. Persone che si sentono perseguitate e monitorano i tuoi movimenti per capire se e quando parli di loro, finendo per essere loro i tuoi follower.

Questo posto di lavoro è il Twitter dei posti di lavoro. Solo che non puoi disattivare le notifiche, non basta togliere l’app dal telefono e cancellare l’account equivale a non lavorare più.



Lascia un commento

About Me

Siciliana, scrittrice e creatrice di storie. Nella sua vita è stata (in ordine sparso): copywriter, social media manager, project manager, collaboratrice scolastica, fotografa, artigiana, brand manager, web editor, content creator, insegnante. Attualmente collabora con Shining Bees, dove si occupa di raccontare storie e fornire idee.

Sogna un mondo in cui le persone amino i lunedì, settembre e le verdure al vapore. Gattara, ama leggere, fare l’uncinetto e camminare. Odia le etichette, i posti affollati e scrivere biografie. Citazione preferita: “Delle proprie opere non bisognerebbe dir nulla. Lasciar parlare esse, e basta.” Italo Calvino, presentazione per I racconti.