I: Intervistatore D: Dea
I – Grazie per aver accettato di farsi intervistare, Signora Dea … Sua Maestà … Grande e Divina … mi perdoni, ma non so che appellativo usare …
D – Mi chiami Dea Theoδ e facciamola finita.
I – Allora Dea Theoδ, come sta?
D – Da dio, grazie, e lei?
I – … Bene … anche io… cominciamo con le domande, Le va?
D – Vinni apposta.
I – Scusi?
D – Ah, dimenticavo che lei non conosce la mia lingua… usiamo la sua, io le conosco tutte, non è un problema… A dire il vero ho qualche problema col francese, ma non è un popolo di cui m’importa . Inizi pure.
I – … Sì. Dea Theoδ, ci parli della Sua nascita, ci racconti un po’ della Sua storia…
D – Cosa vuole sapere in particolare?
I – Non saprei, quando è stata creata e da chi?
D – Io sono sempre esistita. Ci sono da sempre. Da prima.
I – Da prima dell’universo?
D – Di quale universo?
I – Del nostro.
D – Certamente. Questo è soltanto uno dei più recenti. Mi ricordo che ero all’ultimo anno delle superiori quando una matricoletta del primo che si sentiva migliore di noi lo creò. Nell’ora di ricreazione ci condusse tutti nel cortile per farci assistere a quella che secondo lui doveva essere la Genesi più riuscita della storia delle storie. Iniziò muovendo le lunghe braccia e disegnando grandi cerchi intorno alla sua esile presenza. Tirò fuori dalla tasca un tostapane e lo depose a terra. Poi una breve danza che terminò inginocchiandosi davanti all’oggetto. Ricordo che fino a quel momento fu tutto molto suggestivo. A un certo punto si abbassò verso il tostapane e gli sussurrò qualcosa. Il tostapane non rispose. Si limitò a consegnargli due fette di pancarrè alla Nutella. Lui ne mangiò una, gli andò di traverso, cominciò a tossire e sputò una nebulosa che andò a creare il vostro universo.
I – … ah … è così che è andata?
D – Non vede come gli è riuscito male? Tutto storto e piccolo!
I – Ma allora c’erano già il tostapane e la Nutella?
D – Certo! Da quale posto dimenticato da dio crede che provenga?
I – Mi perdoni. Proseguiamo con le domande. Mi diceva, quindi, che Lei è stata a scuola…
D – Sì, i miei mi hanno indirizzata agli studi di dea sin dalla tenera età, io ho provato ad abbandonarli per seguire la mia vena letteraria, ma il giorno in cui decisi di fare sega per la prima volta a scuola mio padre mi beccò in piazza e mi minacciò di prendermi a badilate se lo avessi rifatto, e così ho portato a termine gli studi.
I – Cosa si insegnava in una scuola per dee?
D – Un po’ di Geografia Astronomica, Elementi possibili di Chimica, Scienza delle costruzioni delle leggi della fisica, Storia Futura. Il resto era tutto tirocinio e passeggiate stellari. Durante una di queste vidi la creazione della Terra, vuole sapere com’è avvenuta?
I – Sì sì!
D – C’era questo studente ripetente, uno sfigato che non si filava nessuno. Fumava una sigaretta. Ha buttato la cicca e l’ha spenta. E ha creato la Terra. Non sa nemmeno da dove gli sia venuta, perché la creazione dei pianeti rientrava nel programma di Gestione delle Grandi Imprese, e lui, essendo ripetente, non era ancora arrivato a quel livello. Dovette abbandonare gli studi, perché quando ti nasce un pianeta non è così facile continuare.
I – …ehm in che senso?
D – Nel senso che prima inizi a saltare qualche lezione perché non sai a chi lasciarlo, tua madre ti ripete che dovevi stare più attento, tuo padre che devi assumerti le tue responsabilità, poi ti tagliano i viveri, cerchi un lavoro, a lezione ti fai vedere sempre più sporadicamente fino a che abbandoni insomma. Per non parlare dell’altro problema..
I –… che problema?
D –… eh… le ragazze! È veramente difficile trovare una ragazza che ti si fili quando devi lavorare per crescere un pianeta… non a caso sulla Terra si racconta che sia morto giovane senza aver mai conosciuto una donna…
I – Sul serio? E non è rimasta nessuna traccia di lui?
D – Oh sì, per sua sfortuna. Tutta la sua storia fu appuntata per iscritto e fatta girare sulla superficie del pianeta. Anche se a dire il vero non si racconta proprio tutta la verità. Io dico, se proprio devi falsare la tua storia evita che vengano fuori le brutte figure e poi, per Diana, questa idea che passare da fricchettoni sia ancora di moda…
I – Non riesco a seguirla…
D –Forse lei nella sua vita avrà sentito parlare di un certo Jesus, tutto pace e amore, con i capelli lunghi…
I – Vorrebbe dirmi che la Terra è stata creata da Gesù? Che quindi la religione cattolica è l’unica detentrice della verità assoluta?
D – La verità assoluta è un concetto che appartiene a voi terrestri. Se le spiegassi il vero significato della parola verità le sue capacità di essere umano non le permetterebbero di capire, quindi non vorrei sprecare fiato. Immagino già quali siano le sue perplessità, del resto, io sono una dea! Allora le dirò tutto. Le dovrò parlare sforzandomi di entrare nella sua limitata concezione mentale… Allora vediamo… Dopo aver assunto forma umana ed essere sceso sulla Terra per cercare di concludere qualcosa, l’unica bella donna che gli capitò di intercettare in quella desolazione che aveva creato fu la Maddalena, che però si era appena incamminata sulla via della redenzione, insomma non la dava più a nessuno, manco a pagarla, e a parte un massaggio ai piedi Jesus non riuscì a cavarci niente. Così attraversò le quattro terre deserte lì intorno facendo cose, vedendo gente, un punkabbestia insomma, senza cane. Questa vita da hippy suscitava un certo fascino presso quei poveri di spirito che ebbero la sfortuna di incontrarlo. Non trombava però. Alla fine, dopo peregrinazioni varie, per un disguido morì crocifisso soffrendo dolori tremendi.
I – Quale disguido, se è concesso saperlo?
D –Disse al re romano che allora spadroneggiava in quelle zone che era basso. Che lui era l’unico vero altissimo. E poi aggiunse “Non mi dimetto”. Il popolo non glielo perdonò.
I – …
D – Jesus capì che essere uomini è inutilmente doloroso e meschino e che quella creazione gli era riuscita proprio male. Così, una volta asceso in cielo, dopo un bel bagno caldo e una sigaretta, chiamò il cugino Maometto per chiedergli un aiuto. Maometto era fornitore universale, nel senso che trovava una soluzione per tutto, ma proprio tutto nell’universo che avesse bisogno di manutenzione. Penso che ricorderà il suo slogan più famoso: “Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna” coniato nel momento in cui gli fu chiesto di puntellare il monte Olimpo, che pendeva tutto a destra.
I –… sì, diciamo che l’ho già sentito…
D – Bene. Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì, Jesus chiese a Maometto di aiutarlo a dare una sistemata alla Terra, ma non si è ancora capito bene perché tra tutti i bei posti che per puro caso si erano formati su quel pianeta la discesa degli dei privilegiava sempre la zona arabica. Che ne so, perché non discendere ai Caraibi? O su una bella isola del Mediterraneo? Non comprenderò mai questi freak. Anche gli ebrei, per esempio, i seguaci del barbiere Jahvé, hanno sempre quel pezzetto di terra in testa. Ora io dico, Jesus sarà stato un disadattato ma è pur sempre un dio, se ha distribuito le risorse in modo diverso su tutto il pianeta, non è mica perché è un cretino! Non stava preparando una torta, non doveva amalgamare tutti gli ingredienti in modo da ottenere un impasto uniforme. Se ci ha messo gli uomini è perché non restassero fermi e si mettessero a collaborare gli uni con gli altri. Ma nessuno di questi sembra capire che non sono l’acqua, l’agricoltura, i diamanti o il petrolio ad assicurare la sopravvivenza, ma l’unione delle diversità e l’amore. E glielo aveva pure detto! Io non sposo questo modo di gestire le cose, infatti il mio mondo è differente.
I – Mi scusi… barbiere Jahvé?
D – Sì, Jahvé era un barbiere che aveva brevettato un copricapo con i capelli annessi. Faceva schifo e nessuno nel cosmo lo avrebbe indossato, così pur di diffonderlo creò una sua propria religione piena di restrizioni, compreso l’obbligo di portare ‘sto coso in testa. Ovviamente solo gli uomini della terra avrebbero abbracciato un’idea tanto malsana. Jesus non fu tanto contento di questa intromissione, anche per questo chiese aiuto al cugino. Ad ogni modo, Maometto se la prese comoda, ci mise circa sei secoli per decidersi a giungere sulla terra. Provò un modo intelligente per dare vitalità e gioia ai terrestri differenziando l’offerta, offrendo più proposte, insomma facendo usare agli uomini questo cavolo di libero arbitrio di cui tutti gli dei vanno fieri. Il risultato però fu scoraggiante. L’ invenzione terrestre della “verità assoluta” ha fatto saltare tutte le ricerche di marketing secondo cui una nuova religione avrebbe portato una ventata di aria fresca sul pianeta. Ma era marketing universale. Gli uomini funzionano diversamente. E fu un grandissimo fallimento. Da quel giorno le commesse per Maometto diminuirono del 40%, sa come funziona il passaparola
I – E cosa mi dice delle altre religioni conosciute sulla Terra?
D – Ah lo sapevo che si sarebbe arrivati a questa domanda, senta siamo qui per parlare di me o degli altri? Come siete autoreferenziali voi terrestri, io sono un dea!
I – Mi perdoni Dea Theoδ. Mi spieghi allora come funziona il mondo da lei creato…
D – Con piacere. Dico con non poco orgoglio che il primo mondo da me creato è venuto su proprio bene. Tutto funziona alla perfezione, e non potrebbe essere altrimenti. Sa, le creazioni hanno sempre qualcosa del creatore in loro. È così che vanno le cose. Gli abitanti del mio mondo sono esseri dotati di libera volontà e raziocinio, proprio come lei e la sua specie umana. Amano, credono, comunicano, provano emozioni. Insomma anche loro sono umani, diciamo che non c’è poi tutta questa scelta al negozio. La forma umana è la più economica. Anche io ho dotato il mio popolo di libero arbitrio, altrimenti non sarebbe divertente. Inoltre io mi manifesto a loro continuamente.
I – Continuamente?
D – Sì, ci sono delle sedute periodiche in cui ci incontriamo e discutiamo delle cose che non vanno.
I – Ad esempio?
D – Beh, in realtà ci abbiamo provato più volte a fare sul serio, ma sai che noia! Tanto io so già tutto di loro, essendo onnipotente, e quindi finisce sempre a festino. Loro sono molto felici quando c’è festa sa?
I –…ah…
D –Alcuni mi offrono dei doni. Costruiscono grandi carri colorati in mio onore, statue che mi raffigurano. Scrivono poesie e canti. Sono proprio bravi!
I – E le fanno delle richieste in cambio?
D – Richieste?
I – Non so, ad esempio denaro, felicità?
D – Ma per chi mi ha preso per una banca? O peggio per una finanziaria?? Io ascolto e aiuto il mio popolo senza interessi! Li ho creati apposta!
I – Mi perdoni….
D – Ah ma di cosa mi stupisco… dimenticavo le sue origini terrestri… Le provo a spiegare: io non aiuto di più chi mi offre qualcosa. Chi vuole donarmi qualcosa o creare qualcosa per me, lo fa perché semplicemente ne ha voglia. L’atto del dono lo rende già felice. È per questo che li ho dotati di sentimenti. Questo dovrebbe capirlo.
I – Sì, e in che modo li aiuta?
D –Intervenendo quando c’è bisogno. I miei interventi si svolgono su tre livelli. Pulcino giallo, Pulcino azzurro, detto anche stereofonico e Pulcino rosa.
I – Potrebbe spiegarmi meglio?
D – Vede, essendo io un pulcino gigante, ho dato la mia medesima forma ai miei messaggeri. Ed essendo io onnipotente so sempre quando qualcuno sta facendo qualcosa che non andrebbe fatto o quando ha delle cattive intenzioni. Il primo avvertimento che mando a chi sviluppa l’intenzione di comportarsi male è il Pulcino Giallo. Si riconosce dal fatto che è meccanico, a differenza degli altri pulcini normali che popolano il mio mondo. Ha la caratteristica di disturbare nel sonno il malpensante ripetendo per una notte intera il suo verso. “Pio, pio, pio” per tutta la notte. Se dopo questo avvertimento l’individuo persiste nella sua azione o intenzione malvagia, gli invio il Pulcino di secondo livello, quello azzurro. La sua caratteristica è di essere stereofonico. È leggermente più grande dei pulcini normali, e ha una potenza vocale esagerata. Fa la stessa cosa del pulcino giallo, ma fa tremare le pareti e in questo modo ribadisce il concetto. “Piiiiiiioooooooooo, piiiiiiiooooooo” per tutta la notte. Se ancora non c’è persuasione, l’ultimo livello è il Pulcino Rosa. È più piccolo degli altri e rappresenta la punizione divina. Ti salta in braccio ed esplode. Fine.
I – Ma questo è un sistema dispotico!
D – Vede, lei non può capire, perché da terrestre è abituato all’idea di un dio che pur non manifestandosi su richiesta, pretende delle cose da voi. Io invece mi rendo visibile a chiunque e nel modo che preferisce, e in più li lascio liberi di agire come loro stessi hanno deciso sia il modo più giusto.
I – Scusi ma non posso non chiederglielo: quali sono i criteri in base ai quali Lei decide di inviare i suoi messaggeri?
D – Provo a farle capire con una metafora. Voi lì sulla terra avete i computer, che sono costruiti dagli uomini. Gli uomini hanno creato un codice attraverso cui le informazioni vengono trasmesse e lette permettendo al computer di funzionare. Ecco, immagini la creazione di un computer complesso in grado di costruire a sua volta computer più semplici. Questi computer più semplici sono le leggi, create dagli uomini stessi. I computer complessi sono gli uomini. E io sono il costruttore del computer complesso. Il creatore primo. Io ho dato loro il mondo, loro si sono dati delle leggi, e io li aiuto facendole rispettare. Pena, la fine. Che devo dire capita di rado. Nessuno di loro desidera la fine per esplosione, e le leggi sono rispettate. Il segreto sta nell’autogestione, mio caro.
I – E cosa c’è dopo la morte per esplosione?
D – Niente. Noi la chiamiamo fine, non morte. Da noi la morte non esiste. Si continua a vivere nei ricordi.
I – Non si è mai ribellato nessuno? Non esistono guerre nel suo mondo?
D – No. Non hanno tempo per pensare alle guerre. Sono dei gran simpaticoni sa? Non fanno che divertirsi!
I – Esiste il lavoro? Il denaro? Cose del genere?
D – Lei mi fa domande che non rientrano nella mia sfera di competenza. Io sono una dea, non un’amministratrice di condominio! Sul mio mondo le cose cambiano in continuazione. Sono esistiti diversi tipi di organizzazione sociale nate spontaneamente, ma io non metto il becco in queste questioni. Li lascio liberi di fare quello che vogliono. Però posso dirle che non esiste lo sfruttamento. Non ne hanno il tempo. Né motivo.
I – Sono un po’ confuso.
D – È normale, terrestre.
I – Un’ultima domanda: il sesso per Lei è peccato?
D – È peccato non farlo, carissimo!
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